Sempre più frequentemente sui giornali, alla tv, nei bandi di concorso, in corsi professionali e non, si parla di ecologia, sostenibilità, economie verdi, ambiente, qualità della vita. In realtà questi termini, utilizzati spesso in maniera indifferenziata ed equivalente, hanno significati ed atteggiamenti diversi e si rifanno magari a vere e proprie scuole di pensiero.
Facilmente individuabili sono le tematiche della bioedilizia e della architettura bioclimatica, meno semplice è la descrizione di cosa si intende per bioarchitettura senza essere fraintesi, ed essere catalogati nostalgici o all'opposto tecnocrati, quando non furbetti che cavalcano la moda.
Fare bioarchitettura significa guardare all'uomo senza perdere di vista
la natura, porre attenzione ai materiali ma anche alla complessità
dell'abitare; in pratica si tratta di un atteggiamento, una filosofia
quotidiana non immediatamente traducibile in numeri, quantità,
tecnologie codificate. Questo perchè la bioarchitettura non tratta solo
di inquinamento indoor, o di salubrità dei materiali, o di tecnologie
costruttive dolci (temi tipici della bioedilizia che si basa sulla idea
forte che l’involucro edilizio sia assimilabile ad una terza pelle per
l'uomo, con cui deve mantenersi in equilibrio), ma non tratta nemmeno
solo di risparmio energetico, o di utilizzo del solare e di altre fonti
rinnovabili (argomenti tipici della architettura bioclimatica).
Le due caratteristiche fondamentali della bioarchitettura sono la bio-compatibilità e l'eco-sostenibilità:
- ECOSOSTENIBILITA’ è una caratteristica relativa all’ecosistema, quindi parliamo di energia, risorse, inquinamento ambientale. In sostanza agire nell'ottica della ecosostenibilità implica l’uso di poca energia fossile, l’utilizzo di materiali di provenienza locale, la scelta di materiali e tecnologie riciclabili o riutilizzabili, la valorizzazione delle risorse e il risparmio energetico.
- BIO-COMPATIBILITA’ significa compatibile con la vita, quindi è una specificità che guarda a cicli vitali che non nuocciano all’uomo (e preferibilmente nemmeno all’ambiente), con interventi volti alla qualità ambientale e al benessere/salubrità del costruito.
In pratica la bioarchitettura comprende tutto questo e va oltre considerando ogni edificio come un organismo, con le sue relazioni geografiche e storico-culturali.
L'edificio viene progettato per essere costruito in un preciso luogo, inserito in un contesto climatico che deve essere utilizzato in modo corretto ed efficace, possibilmente minimizzando l'impatto ambientale. Per questo non esistono soluzioni preconfezionate in bioarchitettura, ma ogni situazione merita risposte specifiche che tengano in considerazione il rapporto edificio/uomo ed edificio/luogo.
Per noi fare bioarchitettura significa essere semplici e pratici attraverso l'utilizzo di materiali, spesso basici, dal basso impatto ambientale e salubri, ma anche tecnologici per poter individuare il corretto utilizzo dei materiali suddetti e delle tecnologie più idonee di volta in volta necessarie, nonché per poter controllare (attraverso programmi di calcolo) le caratteristiche energetiche, climatiche e di comfort che ogni edificio deve avere. Infine significa anche essere capaci di leggere il contesto geografico, climatico e culturale in cui si interviene per ottimizzare le caratteristiche dell'edificio, sia che si tratti di una nuova costruzione che di un edificio esistente.
Giulia Bertolucci architetto
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