Ogni giorno un supermercato getta via materiale isolante. Lo sapevi? Centinaia di metri quadrati al mese. E produce tanto materiale di scarto da realizzare 20 case a settimana.
Parliamo di costruire con materiali di recupero.
Costruire con materiali alternativi può apparire una scelta folkloristica rispetto all'uso di tecniche costruttive più consolidate e rassicuranti. Ma quali conseguenze ha sull'ambiente e sulle persone una costruzione in calcestruzzo, pietra, vetro e acciaio?
Siamo davvero sicuri che alcuni materiali di recupero, o comunque 'inusuali', producano prestazioni inferiori rispetto a quelle fornite nelle costruzioni correnti più 'specializzate'?
In questo articolo parliamo di cartone ondulato, a uno o più strati, sì anche quello da imballaggio. Materiale decisamente insolito in edilizia.
Quali esiti può avere l'adozione di tecniche costruttive non convenzionali?
Il cartone ondulato è utilizzato comunemente per l'imballaggio e, nonostante la ricerca e la sperimentazione da parte di alcuni illustri personaggi, risulta tuttora difficile pensare che un materiale tanto leggero sia sufficientemente robusto da essere impiegato per l’edilizia.
Ma perché si parla di utilizzare materiali di recupero per costruire? Perché proprio la carta?
Perché nonostante il grande impegno nella raccolta e selezione degli scarti, in realtà i rifiuti sono costantemente in aumento.
Come riportato in una inchiesta de Il Sole 24 Ore i dati Ispra evidenziano il costante aumento della produzione di rifiuti, mentre le capacità degli impianti che devono riceverli si stanno drasticamente riducendo.
Nel dettaglio anche la carta non trova una collocazione adeguata. La domanda delle cartiere è molto più bassa rispetto all’offerta di carta proveniente dalla raccolta dei cittadini, perché non è ancora decollato il mercato dei prodotti ottenuti da materie prime rigenerate. Inoltre le cartiere che usano carta riciclata si trovano a dover gestire un prodotto mal selezionato, a causa della presenza di altra spazzatura nei cassonetti. Per questo, sebbene la catena di trasformazione della carta recuperata sia altamente ottimizzata, c'è sempre uno scarto: il pulper, un rifiuto composto in gran parte di materie plastiche miste. Il solo distretto lucchese produce 100.000 tonnellate l'anno di pulper, che viene spedito in discarica o in inceneritori. (dati ARPAT)
Alcune testimonianze
Nell'immaginario collettivo la carta è un materiale poco resistente, di durata molto limitata, assolutamente non resistente in presenza di acqua. Inoltre il pensiero ai senzatetto che dormono in rifugi di fortuna fatti con scatoloni fa associare l'immagine del cartone ondulato a qualcosa di assolutamente temporaneo e soprattutto precario.
E' proprio questa idea di precarietà e scarsa resistenza della carta che ha determinato il limitato utilizzo di questo materiale in edilizia. Diciamo che ad oggi viene considerato utile solo per la realizzazione di componenti, ad esempio le porte fatte con pannelli sandwich di cartone nido d'ape, o per isolamento termico, con materiale sfuso in fiocchi di carta riciclata o in pannelli compattati.
In realtà pannelli coibentati leggeri, composti da uno strato di cartone nido d'ape confinato tra due fogli rigidi, sono diffusamente applicati nell'industria degli aerei e dei veicoli militari.
Le potenzialità della carta possono essere significative anche in ambiti per i quali non sembra così idonea. Esempi illustri hanno dimostrato che è possibile costruire interi edifici con il cartone.
Negli anni '50 Buckminster Fuller aveva creato cupole geodetiche in cartone. Fuller è noto per le sue cupole reticolari leggere, in cui la forma curva è ottenuta dall'assemblaggio di aste rigide. Tra il 1951 e il 1957 si dedicò anche allo studio di cupole da realizzare con materiali 'alternativi', diciamo non tradizionali, come il cartone. La sua Paperboard Dome (sistema che fu anche brevettato) venne sviluppata nel tentativo di realizzare abitazioni monofamiliari a basso costo, ma di alta qualità, con utensili e materiali semplici. Ma queste strutture non ebbero successo. Non tanto perché i materiali non fossero idonei o non sufficientemente resistenti, anzi. Queste abitazioni non ebbero il successo sperato a causa della loro forma inusuale e della diversità dell'approccio progettuale che era necessario. Restano però esempi utili per l'evoluzione del costruire di oggi.
Shigeru Ban è un altro illustre personaggio il cui uso innovativo di materiali poveri come il bambù e il cartone è noto in tutto il mondo. Egli ha utilizzato il cartone per realizzare delle costruzioni di emergenza, ma affatto temporanee, che hanno mostrato una durabilità ultra decennale. Si tratta generalmente di realizzazioni in tubi di cartone, di produzione industriale, affiancati gli uni agli altri per ottenere pareti portanti in edifici sia di dimensione contenuta e tipo residenziale, sia di dimensione considerevole a destinazione pubblica, quali chiese, cattedrali o auditorium.
Esiste poi in Gran Bretagna un'esperienza molto interessante sia dal punto di vista della scelta di usare il cartone, sia per la scelta di sfruttare la geometria dell'architettura piuttosto che la resistenza della materia. Si tratta del pluripremiato edificio per il doposcuola della scuola primaria Westborough. Un edificio permanente fatto per il 50% da cartone: la struttura portante verticale è in tubi di cartone, mentre le pareti perimetrali e il tetto sono in pannelli di cartone alveolare che risulta ottimo isolante termico. Il tutto derivato da riciclo della carta.
Poi ci sono le innovazioni portate dal papercrete, cioè dai blocchi e lastre da costruzione fatti con un mix di carta e cemento che provengono da processi di autoproduzione, ma che possono essere oggetto di fabbricazione a livello di piccola e media industria. Aspetti interessanti di questo materiale sono la leggerezza, la resistenza e l'ottimo potere isolante dovuto alla formazione di celle d'aria in fase di essiccazione fino all'80% dell'intero volume. Unica limitazione è l'utilizzo in ambienti e climi con umidità contenuta, ma la ricerca per migliorare le caratteristiche di questo materiale e renderlo utilizzabile in ogni condizione climatica è ancora in corso. ("Costruire alternativo. Materiali e tecniche alternative per un'architettura sostenibile", Rogora - Lo Bartolo)
Il nostro approccio
Come studio di Architettura nel nostro quotidiano lavoro abbiamo utilizzato il cartone da imballaggio come isolante termico per una piccola opera, che doveva rispondere a requisiti di reversibilità, basso costo, rapidità e facilità di montaggio, autocostruzione, buone prestazioni termiche e qualità estetica.
Facendo riferimento agli esiti di una ricerca scientifica, che ha dimostrato come il cartone ondulato da imballaggio raggiunga una conducibilità termica di 0,05 W/mK, abbiamo raccolto, selezionato e sovrapposto lastre di cartone, ricavate da scatoloni, e abbiamo strutturato la nostra stratigrafia con materiale termoriflettente e una finitura superficiale in tavole di legno. In soli 4 cm sono state raggiunte prestazioni pari a uno strato di isolamento in lana minerale da 12 cm.
Conclusione
La produzione di materiali e soluzioni costruttive ad alto contenuto energetico e l'industrializzazione del settore delle costruzioni ha portato ad elementi sempre più specializzati e con particolari prestazioni, dimenticando forse di guardare anche a materiali più basici che nascondono ottime proprietà.
E' bene dire subito che non si deve generalizzare e sottovalutare il procedimento. Importantissimo è selezionare i materiali, organizzarli in base all'uso che se ne vuole fare e metterli a sistema per ottenere dei risultati positivi. Questo comporta uno sforzo reale e intellettuale maggiore rispetto all'affidarsi all'inerzia dell'abitudine. Ma certamente si può rimanere stupiti dalle potenzialità a cui il corretto impiego di questi materiali 'diversi' può portare e anche dalla qualità e dalle prestazioni di edifici realizzati con queste tecniche alternative.
In edilizia il riutilizzo di materiali di recupero in sostituzione o integrazione di elementi di tipo più convenzionale e standard è possibile, anzi utilizzare elementi di recupero per creare componenti edilizi permette di ottenere notevoli prestazioni, anche in linea con le normative per il risparmio energetico; e vivere in edifici realizzati con tecniche e materiali insoliti o poveri non significa accontentarsi di ambienti di scarsa qualità.
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Giulia Bertolucci architetto
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Giulia
Bertolucci architetto, molto attiva in ambito associativo e nel proprio ordine professionale, da sempre interessata alla bioarchitettura si occupa di biocompatibilità e sostenibilità ambientale degli interventi edilizi, risparmio energetico e qualità dei materiali dell'architettura. |
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