giovedì 22 luglio 2021

STRUTTURE IN LEGNO PER CASE IN PAGLIA

Con l'espressione casa in paglia si intende una casa in cui l'isolamento delle pareti è in paglia. E “lo scheletro” della casa di cosa è fatto? Per forza in legno? Perché? E quanti tipi di casa in legno&paglia esistono? Qual è il migliore? Vediamo di chiarirci un po’ le idee.

Questo articolo scritto dagli amici di Casa Giusta professionsti nella costruzione di case in paglia segue il precedente relativo ai vari modi di utilizzare la paglia per costruire (La paglia per costruire la tua casa). 


“Metodo Nebraska”: pareti in paglia autoportanti

Dicevamo: casa in paglia = casa isolata con la paglia...niente si dice in merito alla struttura portante, lo “scheletro”. Ebbene, cominciamo col dire che questo potrebbe essere costituito dalla paglia stessa! Se immaginiamo le balle (ballette o balloni) come mattoni (“blocchi in fibra vegetale”, se vogliamo essere sofisticati), non ci è difficile immaginare che si potrebbe tirar su muri così come si fa con i mattoni. Muri...che “stanno in piedi da soli”. 

Effettivamente è stato fisicamente provato e testato che pareti costituite da sole balle, cioè senza alcuna struttura verticale in legno o altro materiale, possono di per sé costituire elemento portante dell’edificio. Prova ne sono edifici dei primi anni del secolo scorso ancora abitati negli Stati Uniti (la tecnica prende appunto nome dallo Stato, il Nebraska, in cui sono stati costruiti i primi esemplari siffatti). Più recentemente, anche in Italia sono stati realizzati edifici con “struttura portante in balle di paglia”. 

Dal 2009 però la normativa antisismica è cambiata, rendendo praticamente necessario combinare alla parete in balle di paglia una struttura portante opportunamente testata o riconosciuta, procedura mai attuatasi per questo sistema.



Quali materiali per la struttura?

Parlavamo appunto di materiali (e tecniche) riconosciuti per legge come validi per strutture portanti: muratura in laterizio, in pietra, calcestruzzo armato, acciaio e naturalmente legno. 

Il fatto che ad un edificio isolato in paglia si associ in modo automatico e pressoché esclusivo il legno come materiale per la struttura, è dovuto a ragioni culturali, affatto tecniche: generalmente, chi vuole/progetta/costruisce una casa in paglia non ha in testa il cemento (magari giusto per le fondazioni).
In questo articolo tratteremo di strutture in legno per case in paglia, parlando cioè di “sistemi costruttivi legno-paglia”.

Sistemi costruttivi legno-paglia 

Passiamo quindi in rassegna i tipi di strutture in legno esistenti e per ognuno di essi l’opportuna combinazione con i “tipi” di paglia che si possono avere in cantiere: ballette, balloni, paglia sfusa (di cui abbiamo parlato nell’articolo La paglia per costruire la tua casa).

Fachwerk
Il termine, tedesco, trova corrispettivi nel francese “colombage”, inglese “half-timbering”, italiano “a graticcio” e designa quel tipo di costruzione molto caratteristico in cui elementi lignei relativamente piccoli costituiscono una intelaiatura orizzontale, verticale e diagonale a vista, che crea dei setti triangolari e rettangolari tamponati con un graticcio o una cannicciata di rami sottili rivestita di argilla su entrambi i lati, o a volte con un impasto di ciottoli o laterizi.

Le tecniche di tamponamento più idonee sono: 

  • terra paglia (che prevede di imbibire la paglia in una miscela di acqua argillosa) 
  • paglia sfusa con cassero (eventualmente pannello di paglia pressata)



Travi&Pilastri
E’ il sistema “trilitico” classico
, che si può vedere anche in calcestruzzo armato come pure in acciaio. A differenza del platform frame che vedremo sotto, consta di elementi ben più radi e di sezione più importante (esempio: pilastri di sezione 20x25 a distanza di 4 metri l’uno dall’altro).
Gli elementi possono essere in qualsiasi tipo di legno (lamellare, KVH, massiccio).
Se il sistema è stato pensato avendo bene a mente le peculiarità della posa delle ballette, allora si può anche ben sposare con queste. Sarà probabilmente necessaria una “struttura ausiliaria”, funzionale alla posa delle ballette.
Se invece il sistema è stato “spensieratamente” progettato, alto è il rischio che i costi lievitino enormemente a causa delle difficoltà di messa in opera create da… “una struttura tra le balle”.

Se si volesse abbinare ad un tamponamento in balloni, il nostro caldo suggerimento è di ipotizzare la struttura a vista all’interno della casa e lasciare che i balloni siano posati come mattoni giganti senza alcun “disturbo”.

Molto interessante, da un punto di vista di fattibilità ed economicità, può risultare utilizzare questo come mero scheletro per poter “giocare” con una esile struttura ausiliaria idonea all’insufflaggio di paglia sfusa.


“Parete piena”
Questa espressione non è tecnica, ma rende bene l’idea. In questa categoria abbiamo riunito un sistema antichissimo e uno alquanto recente. La caratteristica che li accomuna è quella per cui il sistema costituisce al contempo struttura e tamponamento. Si crea, per l’appunto, una parete piena “in un colpo solo”.

Il Blockbau, che ha origini addirittura nella preistoria, è diffuso ancora oggi in vaste aree geografiche dell’America e dell’Europa.
Travi di legno massiccio vengono sovrapposte orizzontalmente per formare le pareti. Negli spigoli di parete sono opportunamente intagliate per incastrarsi l'una trave di una parete con la corrispettiva trave della parete adiacente.
Il sistema nasce come “compiuto in sé” data anche la sua peculiare resa estetica, per cui ci risulta difficile pensare ad un cappotto esterno. Qualora si presentasse la necessità, valgono le stesse considerazioni che si possono fare per le strutture in X-lam. Vediamole subito.

L’X-lam (si dovrebbe leggere “Cross-lam”, abbreviazione di Cross laminated...timber = legno laminato/lamellare incrociato) è, per dirla semplicisticamente, un po’ come un pannello di multistrato formato gigante. O, vista da un’altra prospettiva, è un po’ come una trave lamellare “estesa” a tutta la parete.

L’MHM (Massiv Holz Mauer= parete in legno massiccio) è un po’ come l’X-lam però fatto con legno massiccio anziché lamellare, ed altre tecniche di assemblaggio dei vari strati.


Trattandosi di una parete continua, per quanto riguarda l’isolamento dobbiamo più correttamente parlare di “cappotto termico” piuttosto che di tamponamento. Si apre dunque un capitolo differente, che merita di essere discusso a parte.
Da un punto di vista fisico-tecnico, ciò è fattibile con ballette, con balloni, con paglia sfusa debitamente contenuta da pannelli o altro.
La variabile maggiormente condizionante nella scelta di quale tecnica adottare, è probabilmente il costo che, va anche detto, non dovrebbe essere un problema per chi ha scelto di costruire in X-lam.

Platform frame
In italiano conosciuto come “sistema a telaio”, consta di elementi verticali piuttosto ravvicinati il che consente quindi l’utilizzo di sezioni inferiori (esempio: montanti di sezione 10x14 con interasse 70 cm). Il sistema verticale di parete così formato è interrotto ad ogni piano, dal solaio. Per irrigidire la parete creando un effetto “pannello” è frequente l’uso di pannelli di osb, di fibrogesso, oppure di tavole di legno grezzo disposte a 45°.
Gli elementi possono essere in qualsiasi tipo di legno (lamellare, KVH, massiccio).
E’ senza dubbio il sistema più utilizzato per le costruzioni isolate con ballette di paglia.

In particolare, il passo e la sezione dei montanti viene adattato alle dimensioni delle ballette.
Frequente ad esempio l’uso di montanti in lamellare di profondità 36 cm (se le balle sono posate secondo il lato corto) ad un passo di ca. 1 metro, per ospitare una balletta in orizzontale sopra l’altra. Si tratta poi di affrontare questioni come controventature e finiture, per cui chi utilizza pannelli di osb, chi tavolato a 45°, su cui apporre sistemi per aggrappo di intonaco/rasatura.


Oltre ad adattamenti di platform frame come quello sopra citato, ci sono anche sistemi nati ad hoc per le ballette, come il canadese Greb, ideato in particolare per la posa ad opera di personale non specializzato. Tutti gli elementi (montanti verticali e correnti orizzontali) sono costituiti da legname di identica sezione (4x10 nella versione originale). I montanti sono disposti in due file “esterne” alle ballette, creando cioè un “corridoio” entro cui le ballette vengono posate. I montanti stessi costituiscono poi le guide per casserare e colare una malta nei 4 cm dentro e 4 cm fuori.
Platform frame è infine la tecnica principe per le prefabbricazioni in legno e così pure per le prefabbricazioni di pannelli o pareti in legno-paglia.

Qual è il sistema migliore?

La domanda sorge spontanea. La risposta deluderà i più: Dipende.
Non esiste un sistema migliore in assoluto
(altrimenti, prima o poi tutti si sarebbero uniformati ad esso). Ci sono ditte che per ovvie ragioni hanno deciso di puntare su una gamma ristretta se non un solo sistema, ottimizzando al massimo. Ma non è detto che per quel nostro progetto tale sistema sia il più adatto. Possono influenzare ragioni di gestione di cantiere, di tempistiche. Oppure condizioni ambientali in situ possono far escludere alcuni sistemi.
Le variabili in gioco sono tante e le offerte sul mercato sono sempre di più, per fortuna. Noi professionisti delle costruzioni in paglia offriamo la nostra consulenza anche in tal merito.


Giacomo Mencarini (Casa Giusta)



giovedì 8 luglio 2021

LA PAGLIA PER COSTRUIRE LA TUA CASA

Case in paglia...ma quale paglia? Ma...la paglia...proprio quella del contadino? Così com’è? Non la trattate?
In questo articolo vediamo quale paglia si utilizza per costruire e in quali forme essa può presentarsi in cantiere.
E comunque sì, è proprio quella del contadino, così com’è!

In questo blog abbiamo già parlato in passato delle case in paglia, delle caratteristiche, dei costi e della durata (articolo Costruire in paglia); adesso ospitiamo un articolo scritto dagli amici di Casa Giusta professionsti nella costruzione di case in paglia.
 

La paglia, sottoprodotto della coltivazione dei cereali (di fatto è lo stelo della pianta secca), una volta raccolta dal campo viene così stoccata:
ballette: dimensione indicativa 35x45x100 cm, peso tra i 12 e i 25 kg
balloni: da 70x70x200 cm e oltre, peso 2-2.5 quintali
rotoballe

Cosa ci è utile per costruire e come?

Ballette e Balloni
E’ stato fisicamente provato e testato che pareti costituite da sole ballette (e ancor di più da soli balloni), ovvero senza alcuna struttura verticale in legno o altro materiale, possono di per sé costituire elemento portante dell’edificio. Esistono infatti edifici, anche in Italia, con “struttura portante in balle di paglia”. 
Dal 2009 però la normativa antisismica è cambiata. Questa non vieta la possibilità di progettare e realizzare edifici ascrivendo alle balle capacità strutturali, ma la consente a patto di una procedura di test alquanto onerosa. In pratica, dimentichiamoci per un bel po’ la possibilità di costruire edifici in balle di paglia “autoportanti” in Italia.  
E’ pertanto necessario avere una struttura portante da combinare alla parete in balle di paglia.


In alto esempio costruzione in ballette; in basso costruzione con balloni da un cantiere di Atelier Werner Schmidt
  



Sono valide le seguenti linee guida di progettazione:
  • Balloni: “meno ostacoli tra le balle”, meglio è. Ovvero: la costruzione di una parete in balloni “fila liscia” tanto più quanto tra un ballone e un altro non ci si deve imbattere in altri elementi come pilastri, travi, controventi.
  • Ballette: “il legno solo dove è funzionale alla posa, non di più non di meno”. Naturalmente, bisogna avere esperienza per capire dove è funzionale e dove no. Altrimenti, la posa delle ballette di paglia in parete diventa un incubo.
Se dunque per i balloni pressoché qualsiasi struttura, che non sia completamente esterna alla parete, risulta fastidiosa, per le ballette può esistere una struttura in legno che ne agevola la posa e una che la ostacola.

Pannelli di paglia pressata  
A livello industriale, appositamente creati per l’edilizia, sono disponibili sul mercato pannelli di paglia pressata. Trattasi di pannelli rigidi, di spessore 4 e 6 cm, alti anche oltre 2.5 mt. 
Possono risultare molto comodi come pareti divisorie (se comparati alla struttura metallica+pannelli cartongesso). 
Possono anche essere utilizzati come casseri a tenere per pareti esterne (da valutare con accortezza l’uso nella facciata esterna) o come pannellatura orizzontale in un solaio di interpiano, data la loro discreta resistenza meccanica. 
Trattandosi di un prodotto industriale con una sua lavorazione, il costo non è un fattore da trascurare, a differenza di ballette, balloni e paglia sfusa.

Esempi di pannelli in paglia pressata

Paglia sfusa  
All’inizio e alla fine, c’è sempre lei: la paglia “sfusa” o “sciolta”. 
Per molti addetti ai lavori che usano le ballette, questa è il residuo della lavorazione in cantiere. E chi non è mai passato da un cantiere in balle di paglia non ha idea di quanto scarto si produca quotidianamente. Si sta parlando anche di 3-4 big bags al giorno. 
Si può preventivamente progettare l’utilizzo come riempitivo isolante per pareti divisorie (operazione semplice che però richiede molto tempo di posa, da valutare attentamente quindi a seconda del costo della manodopera addetta). 
Sempre come riempitivo entro due casseri, si può utilizzare in tutte quelle situazioni di pareti perimetrali in cui la posa delle ballette è ardua se non impossibile (zone piene di passaggi di tubi, aree da tamponare “triangolari” come alla sommità delle pareti-timpano, etc). 
In alternativa si prendono accordi con ippodromi, stalle, aziende orticole etc. vicine al cantiere per uno “smaltimento” intelligente.

Paglia sfusa, residuo di lavorazione in cantiere

 Altrimenti, la paglia sfusa è l’elemento costitutivo della tecnica “terra-paglia”, che prevede di imbibire la paglia in una miscela molto liquida di acqua e argilla, lasciarla un poco asciugare per poi inserirla entro casseri. E’ invalsa la consuetudine di associare questa tecnica più al “mondo” delle case in terra e quindi spesso non è nemmeno menzionata quando si parla delle case in paglia.


Prospettive future già in corso

In conclusione merita menzionare un uso della paglia sfusa di recentissima introduzione nel mercato edilizio, quello che ne prevede la posa tramite la tecnica di insufflaggio. Si annoverano ancora pochissimi casi in tutto il mondo, ma è certo che entrerà a far parte della gamma dei materiali naturali standard da insufflare e, data l’artigianalità della lavorazione con le ballette, si può addirittura sospettare che soppianterà quest’ultima.

Ad oggi (luglio 2021) ci risulta che in Italia una sola ditta abbia previsto di utilizzare la tecnica di insufflaggio per pareti perimetrali con il materiale paglia nei propri cantieri: CasaGiusta. A parità di costo di materiale, i tempi di posa tra ballette e insufflaggio sono di 12 a 1.



Giacomo Mencarini (Casa Giusta)


martedì 9 febbraio 2021

SUPERBONUS NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Stiamo fronteggiando gli effetti del cambio climatico e le normative ci chiedono di progettare nuovi edifici più efficienti e ristrutturare l’esistente affinché sia meno energivoro. Per stimolare la riqualificazione di tutto il patrimonio edilizio esistente sono concesse sostanziose detrazioni fiscali. Nell’ultimo anno è stato varato anche un ulteriore potenziamento con il Superbonus che porta la detrazione fino al 110% per alcuni interventi virtuosi.

Non entro nel merito delle storture generate dalla comunicazione propagandistica che ha fatto credere al mito della “ristrutturazione gratis della casa”.


Perché l’agevolazione fiscale del 110% mette a rischio la salute?

L’Ecobonus incentiva l’efficientamento energetico attraverso due strumenti principali “trainanti”: l’isolamento dell’involucro e la sostituzione dell’impianto termico; a cui si possono aggiungere interventi “trainati” sempre con la stessa finalità.

L’isolamento agisce sulla conducibilità termica dell’involucro permettendo di ridurre le dispersioni.
L’azione sull’impianto termico permette di sostituire il generatore e tutto il sistema di emissione con soluzioni più efficienti, che significa meno dispendiose e più ambientalmente sostenibili perché riducono le emissioni di CO2.
Questi due tipi di intervento agevolati però non prendono assolutamente in considerazione altri parametri che devono essere invece valutati affinché il miglioramento non sia solo per l’edificio, ma l’obiettivo finale sia il benessere della persona e il mantenimento della salute.

Faccio subito un esempio:

Prendiamo un edificio anni ‘70, non isolato, con caldaia non efficiente e i classici termosifoni. E’ il soggetto perfetto su cui applicare le soluzioni migliorative agevolate con l’Ecobonus potenziato. Una nuova caldaia a condensazione, il cappotto esterno e nuovi infissi portano l’edificio in una classe energetica migliore, garantendo una notevole riduzione dei consumi e delle emissioni.
Si avranno temperature, superficiali e dell’aria, più uniformi, questo significa miglior comfort?
Non proprio
, perché il comfort dipende anche da una serie di altri fattori tra cui l’umidità relativa, che a sua volta influisce sulla qualità dell’aria interna e sullo stato di benessere. Il bilanciamento ottimale è intorno al 50-60%, in caso di umidità maggiore si avrà una percezione più estrema: in estate si sentirà più caldo, al contrario in inverno si sentirà più freddo; ma in caso di umidità più bassa del 40% si avrà un effetto negativo sulla qualità dell’aria interna, che troppo secca potrà causare problemi alle vie respiratorie. Se le nostre mucose si asciugano troppo, il nostro corpo non può difendersi al meglio dagli agenti nocivi inalati, rimanendo quindi più esposto alle malattie e ai disturbi delle vie aeree.

Allora qual’è la scelta da fare? Aggiungere la ventilazione.

In base alla normativa dovremmo garantire ricambi d’aria pari a 0,3-0,5 volumi orari per mantenere condizioni ottimali indoor. Possiamo ventilare naturalmente attraverso l’apertura delle finestre, ma anche questa semplice azione avrebbe bisogno di calibratura, perché tenere la finestra aperta troppo a lungo non aiuta a diminuire la possibilità di condense e la formazione di muffe (per approfondire puoi leggere anche eliminare i problemi di muffa), oppure possiamo installare un impianto che garantisca la costante qualità dell’aria indoor.


La ventilazione è importante sia per il mantenimento della qualità dell’aria, sia perché nel bilancio termico dell’edificio è sempre più rilevante man mano che si rendono le case più efficienti. Se la ventilazione in un vecchio edificio non coibentato incide sul totale delle dispersioni solo per un 10%, in uno energeticamente migliorato arriva a pesare per un 50% delle perdite e anche fino al 70% in una casa passiva.
La ventilazione naturale quindi è doppiamente importante, eppure non è tra gli interventi incentivati dall’Eco e Superbonus, quindi se si guarderà solamente all’efficienza dell’edificio e alle lavorazioni ammesse alla detrazione fiscale non si privilegeranno scelte necessarie per il comfort interno, il benessere delle persone e il mantenimento della salute.

Insomma c’è l’alta probabilità che, riqualificando un edificio con la sola finalità di massimizzare la spesa detraibile, si passi da un patrimonio edilizio poco confortevole, perché poco efficiente, ad un patrimonio edilizio poco confortevole, perché afflitto da muffe e sostanze nocive da cui è più difficile difendersi perché poco evidenti, ma non per questo meno dannose.

E’ vero che per accedere alla detrazione Superbonus si devono rispettare anche i Criteri Ambientali Minimi, ma questo fa ancora riferimento a prestazioni energetiche e di riduzione dell’inquinamento ambientale dovuto ai rifiuti in fase di produzione e smantellamento dei vari materiali e componenti. Niente viene detto riguardo alla qualità dell’aria interna.

Sono incentivati gli infissi, ma in quanti sono consapevoli che la sostituzione delle finestre se da un lato migliora la tenuta termica del fabbricato, dall’altro acuisce i problemi legati ad un ridotto ricambio dell’aria? Spesso dare risposte troppo specifiche e circoscritte a un problema genera altri problemi. Il risparmio energetico infatti ha spesso peggiorato la qualità dell’aria indoor grazie alla maggiore facilità di proliferazione di muffe, o alla maggiore concentrazione di sostanze organiche volatili nell’aria interna.

Conclusioni

Il fatto che l’edificio consumi di meno non è garanzia di salute per le persone che ci vivono. L’Ecobonus infatti pone dei limiti prestazionali da raggiungere che non tengono minimamente in considerazione la qualità dell’aria interna agli edifici ristrutturati, questo significa che se ci si limita a raggiungere tali parametri con l’unico obiettivo di rientrare nelle categorie di detrazione, e di massimizzare la spesa detraibile, non si privilegeranno scelte per il benessere e la salute.

Un altro aspetto su cui riflettere, che caratterizza questo Superbonus, è la velocità. I tempi sono stretti, la scadenza dell’agevolazione è vicina e questo può indurre alla fretta togliendo spazio all’analisi e all’approfondimento, cosa che invece è assolutamente necessaria per poter scongiurare i rischi dell’efficientamento puro e semplice. A parità di prestazione esistono vari materiali che offrono risposte diverse riguardo alla traspirabilità, alla igroscopicità, alla emissione di voc, e devono essere valutati attentamente, perché la qualità ha bisogno di tempo.

E’ necessario quindi non lasciarsi trascinare dal mito “ristrutturazione gratis” e valutare le agevolazioni fiscali come opportunità indubbiamente da cogliere, ma sempre facendo attenzione a bilanciare le scelte tra efficienza dei fabbricati e benessere delle persone.


Se hai apprezzato questo articolo, ti chiedo di condividerlo affinché sia utile anche per altri. Grazie 

Giulia Bertolucci architetto


Giulia Bertolucci
architetto,
molto attiva in ambito associativo e nel proprio ordine professionale, da sempre interessata alla bioarchitettura si occupa di biocompatibilità e sostenibilità ambientale degli interventi edilizi, risparmio energetico e qualità dei materiali dell'architettura.

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