Ottimizzare l'apporto di luce naturale nelle nostre case non porta vantaggio solo per il risparmio energetico, ma permette anche di influenzare il nostro stato di benessere.
I maestri che hanno vissuto la mutevolezza della luce nordica hanno sperimentato molteplici soluzioni luminose anche in relazione alle tessiture materiche, alle dimensioni delle finestre, ai colori e alle forme dell'architettura. Questo ha prodotto edifici in cui ogni elemento è teso a massimizzare la quantità di luce naturale e la sua armoniosa distribuzione. Utili esempi in questo senso ci vengono da Alvar Aalto.
Per lui la luce ha una potenza vivificatrice, per questo spesso e volentieri utilizza sistemi integrati di illuminazione zenitale naturale e artificiale per ottenere una luce mista, riflessa e diffusa dalle pareti dei lucernari, che risulta armoniosa e dinamica.
In Italia abbiamo due sue opere che ho avuto il piacere di visitare: il Padiglione Finlandese alla Biennale di Venezia e la Chiesa parrocchiale a Riola di Vergato in provincia di Bologna.
Il Padiglione Finlandese alla Biennale di Venezia è nato nel 1956 come edificio temporaneo per esposizioni, completamente smontabile, per questo assolutamente senza impianti di climatizzazione e di illuminazione artificiale.
L'ambiente unico è dominato dal colore bianco e la unica fonte di luce è un lucernario a doppio affaccio, disposto in lunghezza, che diffonde la luce naturale all'interno dell'edificio tramite un diffusore e proiettandola sui muri perimetrali. Seppure il padiglione non sia stato realizzato secondo il progetto originario con asse nord-sud, e sia collocato sotto gli alberi nel giardino della Biennale, i diffusori riescono a mitigare effetti di illuminazione disomogenei.
Nel 1976 il padiglione è stato reso permanente e l'illuminazione naturale è stata integrata con faretti nascosti nel diffusore.
Seppure senza le classiche finestre e senza un rapporto diretto con l'esterno, la condizione di luminosità è ottima, senza disturbi e abbagliamenti, caratteristica importante per un padiglione espositivo. Avendolo visitato nel pomeriggio ho potuto anche apprezzare la qualità della luce mista, che permette di passare da fuori a dentro senza accorgersi che l'illuminazione naturale è integrata con il sistema a faretti orientabili nelle ore prossime al tramonto.
La Chiesa parrocchiale a Riola di Vergato (BO) è stata costruita, dopo la morte dell'architetto, da un progetto del 1966. A dirigere i lavori è stato Vezio Nava ex collega di Aalto. E' nota come la chiesa della luce proprio per la cura del gioco delle riflessioni, a cui l'architetto si dedicò realizzando in fase di progetto approfonditi modelli in scala per ottenere gli effetti desiderati. Si tratta di una delle poche chiese di Alvar Aalto realizzate fuori dalla Finlandia.
L'ambiente è illuminato completamente con luce naturale proveniente dai candidi lucernari curvi della copertura, rivolti a nord, che diffondono la luce in profondità. Oltre alla variazione di luminosità durante il giorno, la chiesa è caratterizzata da una progressione luminosa in corrispondenza dell'altare grazie ad ulteriori aperture verticali che intensificano il campo luminoso. All'interno dei lucernari è alloggiato anche il sistema di illuminazione artificiale che permette così di integrarsi con la luce naturale, senza modificare le condizioni di luminosità della navata.
La luce è sempre riflessa e proviene solo dall'alto, abbinando la piacevolezza di una luce morbida al simbolismo religioso. Trascorrendo un po' di tempo nella chiesa si ha proprio la sensazione di pace, non c'è la pesantezza che spesso caratterizza le chiese antiche in cui le zone di luce ed ombra sono più marcate, ma gioia e lievità. Una sorpresa dopo l'impatto un po' forte dell'esterno che ti accoglie sul sagrato con un alto muro uniforme.
Ho voluto realizzare questo post prevalentemente fotografico in occasione della ricorrenza della nascita di Alvar Aalto (3 febbraio 1898), un mio piccolo tributo a questo grande maestro.
Giulia Bertolucci architetto
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