giovedì 23 aprile 2015

LA NATURA NON SI RICICLA

La Giornata della Terra è l'occasione per sensibilizzare ed educare al rispetto del pianeta e per promuovere stili di vita più sostenibili, per noi è l'occasione giusta per parlare del nostro approccio progettuale e di alcuni micro progetti che nel tempo abbiamo fatto.



Ormai è chiaro: dobbiamo conciliare la finitezza delle materie e dell'energia con i nostri impatti ambientali. Ma ridurre gli impatti ambientali non significa necessariamente ridurre i consumi e gli acquisti; significa riqualificare gli edifici, cioè ridurne gli impatti attraverso l'efficientamento, l'innovazione e la ricerca, e significa anche riutilizzare e riciclare la materia.
La letteratura scientifica imputa all'edilizia l'impiego di oltre il 40% delle risorse naturali. Sappiamo che in termini energetici la fase di uso degli edifici genera impatti rilevanti che hanno portato agli adempimenti ed obblighi di efficientamento energetico; ma interessante, quanto in realtà poco approfondita (anche nella normativa), è l'efficienza di flussi di materia durante le varie fasi dell'edificio (costruzione, uso e dismissione).

A livello generale tra le misure individuate per la riduzione dell'impatto ambientale troviamo l'informazione e sensibilizzazione dei cittadini alla produzione sostenibile e riduzione dei rifiuti, anche attraverso agevolazioni economiche.
Per la gestione dei rifiuti la priorità è la prevenzione del rifiuto stesso e la facilitazione del riutilizzo della materia, ancor prima che diventi scarto, e quindi ancor prima della fase di riciclo o eventuale smaltimento. In sostanza l'obiettivo dovrebbe essere prevenire i rifiuti, eventualmente riutilizzarli, riciclarli o compostarli, al limite prevedere un recupero di energia dalla combustione degli stessi per non arrivare mai alla necessità di smaltimento in discarica.
Purtroppo ancora oggi la prevenzione è poco applicata: in Italia circa il 65% dei rifiuti è conferito in discarica, un 35% è avviato a riciclo, un 10-12% è inviato a combustione (senza recupero energetico), pochissimi sono i casi di impegno sul riuso e prevenzione del rifiuto.

Scommettendo sulla possibilità di compiere il ciclo di gestione della materia senza occuparsi di smaltimento, cioè pensando di chiudere il cerchio attraverso la prevenzione, il riuso e il recupero della materia, si ha un notevole cambio di prospettiva anche nel rapporto tra uomo e materia, fin'ora lineare: nascita/estrazione; vita/utilizzo; morte/smaltimento. Il cambio sta nella visione circolare della gestione della materia dove non esiste più la morte della stessa, ma il riuso e riciclo in una sequenza continua (un po' come avviene in natura).
 
 
Dal canto nostro siamo consapevoli dell'importanza dell'azione dei singoli e del fatto che alla fine la responsabilità del pianeta è solo nostra. Come consumatori che fanno delle scelte preferiamo sempre prodotti riciclabili o di seconda vita, sia in senso generale che nel campo edilizio.
Solitamente scegliamo tecnologie e materiali che permettono la posa a secco e quindi la disassemblabilità, con il conseguente reimpiego o riciclo a fine vita del fabbricato.



Nell'ambito del recupero di materia negli anni abbiamo portato a termine qualche piccolo progetto in cui elementi di scarto sono stati riutilizzati, riciclati e valorizzati conferendo nuova vita e nuovo uso. Come? Realizzando complementi di uso comune come lampade da barattoli e contenitori, sia in vetro che in cartone; poltrone con paglia, scarti di legno e kevlar (materiale di cui sono costituite alcune vele delle imbarcazioni); supporto per PC ottenuto da un cartolare da ufficio ormai rovinato, rivestito con uno scampolo di stoffa, ecc.



Le possibilità di riutilizzo dei materiali sono molteplici, con la fantasia e un po' di manualità è possibile realizzare di tutto.

 
architetto Giulia Bertolucci










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