Se il futuro delle costruzioni è la sostenibilità ambientale, sociale ed economica allora si deve riflettere sulla necessità di cambiamento, probabilmente più che in altri settori, in considerazione del fatto che l’edilizia è ancora permeata da un notevole numero di fattori dannosi come l'uso di materiali ad alto impatto ambientale, soluzioni costruttive non reversibili, processi e materiali a bassa efficienza. L'uso di materiali naturali, provenienti anche da riuso di scarti organici, può innescare un approccio diverso alle costruzioni consentendo una serie di vantaggi rispetto ai materiali tradizionali, avendo un contenuto di CO2 più basso, riducendo rischi e costi per la salute.
Un po' di numeri
I rifiuti rappresentano un problema sia in termini economici che ambientali che potrebbe essere risolto anche grazie ad un uso più diffuso di biomateriali da costruzione.
Alcune statistiche mostrano che in Europa vengono prodotti circa 2.6 miliardi di tonnellate di rifiuti generici, di cui circa 43,4 milioni di tonnellate sono di origine naturale.
I principi dell'economia circolare ci danno la logica da seguire per spostarsi da un modello lineare di smaltimento, verso una catena circolare in cui i rifiuti naturali sono una risorsa importante anche in una logica economica. Questo perché i rifiuti organici sono ampiamente disponibili, vengono costantemente generati sia nelle campagne che in città e possono essere deviati verso modelli di sfruttamento alternativi come produrre biomateriali per l’edilizia.
Logica economica
Ad oggi solo una piccola parte dei rifiuti organici è riutilizzata, mentre realisticamente potrebbe dare ottimi risultati in caso di fabbricazione di prodotti da costruzione biologici.
Faccio un esempio: considerando il caso di pannelli da rivestimento per interni, è stato stimato che 1 Kg di rifiuti genererebbe 1 mq di prodotto finale. La cosa interessante da notare è che il valore commerciale di 1 Kg di rifiuti organici trattati per scopi costruttivi sarebbe 5 volte superiore rispetto al valore ottenuto con normali processi di smaltimento (esempio il recupero di energia). Inoltre l'uso di rifiuti organici porta a prodotti con un impatto ambientale ridotto per il settore delle costruzioni. In particolare se si considera che questi componenti potrebbero essere restituiti alla biosfera alla fine del loro ciclo di vita (o ciclo di servizio), rilasciando così nel terreno i nutrienti incorporati - come azoto, fosforo, potassio che le piante e gli animali possono prendere di nuovo per i propri benefici. Ovviamente sto parlando di materiali che già esistono e vengono prodotti senza additivi chimici tossici.
Applicazioni nelle costruzioni
Fondamentali per il successo di un prodotto da costruzione sono le prestazioni tecniche e un prezzo competitivo. Questo vale anche per i biomateriali derivati dalla lavorazione di rifiuti organici; anzi per renderli appetibili e affidabili anche per i più scettici, le prestazioni per questo tipo di prodotti devono essere pari o migliori a quelle dei materiali tradizionali rispetto a durata, resistenza al fuoco, all’acqua, agli insetti, isolamento termico e acustico.
Esistono attualmente numerose applicazioni per prodotti basati sull’uso di scarti naturali che dividerei in sei campi principali: Sistemi d’involucro; Partizioni interne; Isolamento termico; Assorbimento acustico; Arredamento; Tappeti e moquette.
Di seguito una serie di materiali e prodotti, forse sconosciuti ma che sono già disponibili sul mercato e che hanno buone caratteristiche in termini di applicabilità in edilizia, disponibilità della risorsa, processo produttivo e potenziale di riciclabilità.
1_ GIRASOLE
Dal riutilizzo degli scarti provenienti dai campi di girasole, mischiati con acqua e trattati a pressione senza altri additivi, vengono fabbricati dei pannelli caratterizzati da buona resistenza, assenza di tossicità e basso costo. Pur essendo un prodotto stagionale, la coltivazione del girasole è comunque molto diffusa (almeno nell’emisfero nord della terra), per questo la materia prima è abbastanza facile da reperire. Essendo esente da additivi, lo scarto dei pannelli, sia in fase di uso sia in caso di dismissione, è completamente riciclabile. I pannelli sono indicati per l’uso interno per realizzare pareti, soffitti o pavimenti.
2_BUCCE DI PATATA
La lignina, la cellulosa e le proteine sono i principali costituenti di questo materiale ottenuto dalla igienizzazione, essiccazione e pressatura delle bucce delle patate. Il prodotto è sotto forma di pannelli dal basso peso specifico, con buone caratteristiche di resistenza al fuoco e all’acqua, nonché di isolamento termico. La risorsa di base è ampiamente disponibile ovunque nel mondo e in ogni stagione. Il prodotto è biodegradabile e compostabile a fine vita essendo esente da adesivi e altri additivi.
3_SEMI, STELI, FOGLIE
Dall’uso di scarti organici come semi, foglie e anche steli di piante, uniti con leganti eco-compatibili, si ottengono pannelli dalla superficie compatta, sia rigidi che flessibili, utilizzati nel primo caso per pareti e arredi, nel secondo caso per interventi acustici. La materia di base è ampiamente disponibile globalmente, anche a basso costo, e il prodotto che si ottiene ha una bassa infiammabilità. Per quanto riguarda la chiusura del ciclo di vita il materiale risulta riciclabile e rigenerabile grazie all’uso di leganti eco-compatibili.
4_CANAPA e LINO
Tessili naturali e stoffe di scarto da produzioni precedenti vengono sminuzzati e pressati per ottenere pannelli. La caratteristica principale del prodotto finito è la bassa conducibilità termica che li rende perfetti per l’isolamento termico degli edifici. Vengono utilizzati anche per il riempimento di porte. Il processo di fabbricazione è a basso costo e il prodotto è altamente riutilizzabile e riciclabile. La materia prima è caratterizzata dalla rapida crescita e si trova prevalentemente in Europa, Asia e Sud America.
5_GRANO
Dagli scarti della coltivazione del grano, attraverso un processo di produzione in continuo vengono realizzati pannelli rigidi di varia densità e spessore utilizzabili per involucro esterno e partizioni interne. Le fibre di scarto utilizzate hanno un alto contenuto di cellulosa e i pannelli ottenuti con questi scarti agricoli si rifanno a modalità costruttive già presenti anticamente in Europa, dove paglia (di grano o di riso) e foglie pressate venivano usate sia per isolare che per costruire. Il materiale risulta sia riciclabile a fine vita, sia biodegradabile.
L’elenco potrebbe continuare dato che pannelli di vario genere per l’edilizia vengono prodotti con rifiuti organici provenienti anche dalla lavorazione della canna da zucchero, dalla coltivazione del mais, dalla raccolta delle noci di cocco, dalla buccia delle noccioline. E ancora: fibre tessili, utilizzate per produrre tessuti e tappeti, si ottengono dagli scarti della coltivazione di banane e ananas. Ma è pur vero che tutte queste materie di base sono più comuni in altri continenti; in Europa si possono reperire facilmente scarti di girasole, patate, grano, e poi foglie, steli e semi di vario genere, oltre alla cellulosa ottenuta dagli scarti di silvicoltura che dai processi di riciclo della carta e cartone.
Conclusioni
Un diverso paradigma nell’edilizia è possibile, è già in atto.
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Giulia Bertolucci architetto
Giulia
Bertolucci architetto, molto attiva in ambito associativo e nel proprio ordine professionale, da sempre interessata alla bioarchitettura si occupa di biocompatibilità e sostenibilità ambientale degli interventi edilizi, risparmio energetico e qualità dei materiali dell'architettura. |
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