giovedì 2 marzo 2017

COS'E' L'ARCHITETTURA BIOCLIMATICA

Inizio questo post con tre osservazioni: (1) l'essere bioclimatico NON E' una proprietà di un materiale, come vorrebbe farci credere un'azienda che marchia i propri prodotti in sughero come nell'immagine (ma forse non è l'unica); (2) architettura bioclimatica NON E' un sinonimo di bioarchitettura, come ho recentemente letto in un libro; (3) mettere i pannelli solari sul tetto NON E' fare architettura bioclimatica.

da quando il sughero è bioclimatico

Un buon edificio deve garantire condizioni di benessere per le persone e per questo il comfort dovrebbe essere una priorità per la progettazione e realizzazione di architetture. Banale? Non proprio dato che esistono molti edifici che funzionano male. Come dice il prof. Rogora “peggio del clima”. Tutt'oggi gli edifici raramente risultano dotati di un efficace isolamento termico ed ancora meno frequentemente sono dotati di sistemi per il guadagno termico.
Se, per avere condizioni di comfort, devo ricorrere a impianti e all'uso massiccio di energie esterne, magari non rinnovabili, significa che ho un edificio in cui devo investire costantemente molti soldi perdendo la possibilità di usarli per scopi migliori. Qual'è allora il modo di investire meglio i risparmi?

Esiste il modo per costruire correttamente gli edifici affinché siano efficienti dal punto di vista energetico e confortevoli?

Molti pensano ancora all'edificio come all'insieme di varie componenti di cui una parte sono le dotazioni tecnologiche, per cui quando vogliono ottenere riduzioni sui costi energetici fanno molta attenzione all'efficienza degli impianti. In realtà ciò che importa veramente è l'efficienza del sistema edilizio. Questo perché alcune funzioni che vengono demandate agli impianti possono essere trasferite all'edificio pensandolo come un organismo che percepisce le variazioni di temperatura, interagisce in modo positivo con il suo intorno ambientale e con il cambiamento delle condizioni climatiche.
E' certamente possibile progettare scegliendo sistemi impiantistici meno voraci di energia ma è possibile anche mirare a ridurne la necessità facendo attenzione alla forma e inerzia degli edifici, ai materiali, ai componenti. Come? Applicando scelte bioclimatiche.




Negli anni '70, nel momento in cui la crisi energetica portò alle stelle il costo dei combustibili fossili, i concetti bioclimatici e le tecnologie solari furono viste come una possibile soluzione per ridurre la domanda di energia e il ricorso alle fonti fossili. Dato che le scelte architettoniche e tecnologiche influiscono sull'efficienza energetica degli edifici, sulla salubrità degli ambienti interni e quindi sul benessere delle persone, l'architettura bioclimatica usa gli elementi naturali del luogo per costruire edifici termicamente efficienti e in grado di soddisfare le necessità di comfort per le persone, senza l’uso di impianti di climatizzazione.

Progettare con criteri bioclimatici significa avere a riferimento due fattori che sono espressi nella parola stessa: BIO cioè attenzione alla persona, al benessere umano + CLIMA cioè l'insieme degli aspetti climatici di un luogo, le risorse rinnovabili come sole, acqua, vento, e anche quelle fisico-ambientali del territorio come vegetazione, terreno, orografia.
Con una progettazione attenta è possibile allora controllare il microclima domestico, ottimizzare l'irraggiamento solare per raggiungere notevoli guadagni termici, e sfruttare le fonti naturali per l'illuminazione, la ventilazione e il raffrescamento degli ambienti interni. Il tutto sempre con l'obiettivo di creare spazi con le migliori condizioni di salubrità, di comfort (termico e igrometrico) indipendentemente dagli impianti di climatizzazione, e il minor consumo di energie.

definizione bioclimatica

Conclusione
La progettazione bioclimatica si basa sulla concezione passiva solare di un edificio e per questo se si vogliono ottenere degli effettivi vantaggi è necessario conoscere, saper interpretare i dati climatici, sapere effettuare i diagrammi, le simulazioni e le previsioni di comportamento dell'edificio, saper valutare l'efficienza di forma al sole e al vento, gli ombreggiamenti, la distribuzione ottimale degli spazi e degli accorgimenti di captazione passiva. Esistono molte esperienze e sperimentazioni che a partire dagli anni '60 hanno permesso di trarre informazioni utili, oggi riportare nella letteratura specialistica, ed esistono molte soluzioni bioclimatiche applicabili agli edifici. Tra i più noti: serre solari, muri di Trombe Michelle, accumuli isolati, finestre solari, sistemi di captazione del vento o di innesco per la ventilazione naturale, ma per poter essere applicate devono essere valutate per quello che riguarda l'efficacia in ogni caso specifico.

La bioclimatica è una vera e propria materia, per questo se si vuole ottenere il reale funzionamento bioclimatico di un edificio, o di un insediamento, si devono effettuare studi che non tutti sono in grado di fare. 


Giulia Bertolucci architetto





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