E' possibile che l'efficienza energetica di un edificio venga prima della salute dei suoi abitanti?
Per migliorare il comfort termico e le prestazioni energetiche delle case a volte mettiamo a rischio la nostra stessa salute.
In questo articolo ti spiego con esempi perchè, quando si vuole migliorare la prestazione termica della casa, non si deve dimenticare di garantire la salubrità per le persone.
Da molti anni prima dell'entrata in vigore delle principali normative energetiche ho promosso e realizzavato edifici energeticamente efficienti, dove però la qualità energetica è solo uno dei vari elementi che definiscono un edificio sostenibile per l'uomo e per l'ambiente.
La corsa all'efficientamento, se da un lato rispetta una necessità, dall'altro promuove comportamenti solo energeticamente virtuosi perdendo uno degli obiettivi principali che rimane la salute delle persone.
Ti sembra impossibile? Provo a spiegarti cosa intendo con due esempi.
Primo esempio: sostituzione vecchi infissi
Uno degli interventi più comuni per migliorare l'efficienza energetica di una casa è la sostituzione di tutte le finestre con nuovi infissi a perfetta tenuta termica e tenuta all'aria. In questo modo si riducono le dispersioni di calore a tutto vantaggio della riduzione dei consumi e delle emissioni in atmosfera. Ma cos'altro accade quando si eliminano gli spifferi? Possono comparire le muffe!
Guarda caso proprio quello che avviene sempre più frequentemente nelle case costruite fino a 10/15 anni fa.
Lo spiffero, se da un lato è una dispersione, dall'altro è un ricambio d'aria che garantisce un rinnovo costante. Con le case sempre più sigillate e la tendenza a vivere la casa nelle ore serali e notturne si determina un sovraccarico di vapore acqueo che, se non smaltito, consente di creare il giusto ambiente per l'attecchimento di muffe e batteri. Risultato? La casa è energeticamente più efficiente, ma l'aria interna è meno salubre dato che la stagnazione degli inquinanti interni può portare a patologie dell'apparato respiratorio, come asma o allergie.
Non sto dicendo che non si deve migliorare la qualità degli infissi approfittando anche degli incentivi economici. Anzi. Ma si deve fare considerando e gestendo anche tutti gli effetti collaterali.
(per approfondimenti vedi l'articolo "quando lo spiffero è salutare per la casa" oppure "3 elementi chiave per una casa sana" )
Secondo esempio: efficienza della caldaia
Forse in occasione di un controllo annuale ti sarà capitato di dover fare un trattamento chimico dell'acqua per migliorare l'efficienza della caldaia.
In breve: la normativa (DPR59/09 ,decreto attuativo del D.L.gs 192/05) dice che in caso di impianto di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria (cioè quella che si usa in cucina e in bagno) e in presenza di acqua "dura", cioè di durezza temporanea superiore ai 15 gradi francesi, si deve prevedere un trattamento chimico o un addolcimento dell'acqua del circuito per evitare incrostazioni interne e quindi assicurare efficienza alla caldaia.
Tutto questo riguarda veramente solo l'efficienza della caldaia? In realtà NO!
Devi sapere che il trattamento chimico richiesto dalla norma per impianto con caldaia di potenza inferiore a 100kW è costituito da un "anticalcare" a polifosfati che di fatto non elimina il calcare, ma evita solo che si depositi. In sostanza il sistema non fa altro che sciogliere nell'acqua che entra in caldaia una quantità di polifosfati. Si hai capito bene POLIFOSFATI, che quindi poi si ritrovano nell'acqua con cui si cucina, si beve e ci si lava.
Che cosa sono i polifosfati?
Il polifosfato è un prodotto chimico (E452) che viene aggiunto in moltissimi prodotti alimentari, dagli insaccati ai formaggi spalmabili, dalla maionese al pesce, e serve per trattenere l'umidità all'interno degli alimenti. Ma il fatto che sia usato nel settore alimentare non è garanzia di innocuità. Perchè?
La ricerca dice che questo prodotto chimico nelle tubature evita che il calcare si depositi, ma nel nostro corpo rende inutilizzabile il calcio che ingeriamo, facendo perdere valore nutritivo agli alimenti. Alcuni studi hanno messo in evidenza anche che il consumo di polifosfati possa determinare un aumento del colesterolo e l’insorgenza di disturbi a carico dei reni.
Allora è giusto chiedersi: perchè dobbiamo essere costretti ad utilizzare prodotti chimici pericolosi per la salute per un' efficienza energetica di pochi punti percentuali?
Conclusione
Abbiamo passato secoli a migliorare la qualità e l'igiene dell'ambiente in cui viviamo ed oggi (seppure involontariamente) rischiamo un drastico passo indietro riducendo la salubrità dell'aria e dell'acqua delle nostre case.
L'obiettivo comfort termico ed efficienza energetica non puo farci mettere a rischio la salute.
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Rodolfo Collodi architetto
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